Era la fine degli anni '80 e sui campi da tennis faceva capolino un giovane con i capelli lunghi, l'orecchino ed un look stravagante. C'era perfino chi lo definì un punk con la racchetta destinato a sparire velocemente, ma Andre Agassi ha continuato la sua carriera per ben 21 anni, diventando uno dei più forti tennisti di tutti i tempi.
Vincitore di 8 Tornei Slam e di 60 titoli ATP, campione olimpico e di Coppa Davis con gli USA, è stato numero 1 nel ranking ATP per 101 settimane, una posizione raggiunta ben 3 volte a distanza di anni, e si è ritirato nel 2006.
E' uscita da qualche mese l'autobiografia di Agassi dal titolo "Open", che ho avuto il piacere di leggere e che considero uno dei migliori libri mai letti, pur non essendo un fanatico del tennis ma avendo seguito un po' negli anni i match e l'evoluzione di questo sport.
Proprio come indica il titolo, si tratta di un'autobiografia aperta e senza troppi peli sulla lingua: Agassi parla del suo difficile rapporto con il padre, con lo sport e con i suoi capelli, del suo dividersi tra la scuola e l'accademia di Nick Bollettieri, degli amici e tecnici che lo hanno sostenuto in questo lungo viaggio, dei rapporti sentimentali (Brooke Shields e Steffi Graf) culminati nei suoi due matrimoni, dell'ascesa, la caduta e la risalita, intervallate da errori, crisi, uso di droghe ed impegno totale nella beneficenza.
Ne viene fuori una lettura completamente diversa del personaggio spavaldo visto in tv e sui campi da gioco: un ragazzo fragile, ma anche con tanta volontà, un ribelle forzato che avrebbe desiderato una vita diversa, chiuso in un difficile rapporto in cui si alternavano un grande odio verso questo sport a sprazzi d'amore per la racchetta.
Per chi ha seguito o ricorda le gesta di questo grande tennista, è un libro che consiglio vivamente di leggere, così come di vedere l'ultima partita di Agassi.
31 agosto 2011
Andre Agassi: Open, l'autobiografia
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